Avere informazioni sul metadone è di fondamentale importanza per conoscere una sostanza che, sempre più spesso, si sta rendendo responsabile dell’insorgere di tantissimi casi di tossicodipendenza che hanno portato molte persone a ritrovarsi legate ad una sostanza che, in origine, le avrebbe dovuto aiutare per risolvere un’altra dipendenza.
Innanzitutto bisogna avere ben chiaro che si tratta di una sostanza originariamente utilizzata come “strumento terapeutico” per determinate condizioni di tossicodipendenza, infatti il metadone è un oppiaceo sintetico che fu sintetizzato nel 1937 e, successivamente, sviluppato dalla HOECHST (casa farmaceutica tedesca) nel 1942 come sostituto della morfina (che durante la guerra era diventata rara in Germania).
Le prime informazioni sul metadone e, sul suo utilizzo in ambito civile come farmaco, risalgono agli anni ‘60 negli USA, dove viene utilizzato come sostituto dell’eroina nel trattamento dei dolori tipici delle sindromi d’astinenza.
Il metadone si presenta sotto forma di liquido viscoso di diverse colorazioni e aromatizzato con diversi sapori, viene assunto quotidianamente per via orale, anche se esiste pure sotto forma di liquido iniettabile o in pastiglie (ma queste due versioni sono ancora pressochè sconosciute in Italia).
Col passare degli anni molte persone hanno cominciato a fare uso di metadone non per sfruttarne le “proprietà terapeutiche“, ma al fine di poterne sperimentare gli effetti psicoattivi, quindi come una qualunque altra droga.
Questa nuova tendenza è uno dei principali fattori responsabili dell’aumento dei casi di dipendenza da metadone, a causa della quale moltissime persone si ritrovano a combattere contro una sostanza che, seppur sia nata per “curare” una dipendenza, influenza a tal punto la vita di una persona da renderla praticamente impossibile.
Spesso, alla base di queste situazioni c’è la convinzione che il metadone, trattandosi di una sostanza legale, non possa portare gravi conseguenze, ma non bisogna dimenticare che si tratta di una sostanza che è del tutto simile all’eroina, ragion per cui il suo abuso porterà a condizioni di forte dipendenza.
Ciò che va condannato non è tanto l’uso di metadone in sè, ma l’abuso che ne viene fatto da tutte quelle persone che vi si avvicinano in modo sconsiderato, al di fuori di qualunque prescrizione o controllo medico.
A partire dalle informazioni sul metadone si evince che, in teoria, il fine dovrebbe essere quello di tentare una terapia farmacologica di breve durata per la dismissione dell’eroina ma nella pratica, invece, accade molto spesso che il tossicodipendente da eroina inizia ad assumere “anche” il metadone, aggiungendo alla dipendenza da eroina anche la dipendenza da questo farmaco.
Dopo tutte queste informazioni sul metadone possiamo concludere dicendo che l’unica “riduzione del danno” possibile deve consistere nel dare al tossicodipendente tutto l’aiuto di cui ha bisogno per risolvere definitivamente la sua condizione di dipendenza.